Parliamo di multitasking cognitivo quando il nostro cervello pensa contemporaneamente a due o più questioni sconnesse tra loro, in modo rapido e accurato. Ad esempio: studiare per un esame mentre si cucina la cena; inviare messaggi mentre si guarda un video; ascoltare una persona mentre si risolve un problema, ecc.
In questa epoca moderna, il multitasking è spesso considerato una sorta di vanto. Alcune persone parlano con orgoglio di ciò che fanno in multitasking, sentendosi superdonne o superuomini. Idealizzando la capacità di fare tanto, difficilmente si rendono conto che il multitasking cognitivo è un’illusione che alla lunga si paga.
In questo post, proviamo inizialmente a capire qual è l’illusione del multitasking e gli effetti negativi del multitasking cognitivo.
Successivamente, metteremo a fuoco diversi tipi di regolazione cosciente, utili per migliorare la propria salute mentale e mantenere una buona efficienza.
Qual è l’illusione del multitasking?
Il nostro corpo ci consente di fare molte azioni in multitasking, perché molti “sistemi” hanno un canale definito e specifico. Ad esempio, i centri del cervello che regolano il linguaggio e buona parte del movimento sono distinti. Di conseguenza, nella maggior parte dei casi possiamo svolgere bene e in simultanea vari compiti, come camminare e parlare, lavare i piatti e cantare, ecc.
Le cose, tuttavia, si complicano quando usiamo il nostro sistema cognitivo, forzandolo a fare contemporaneamente più cose slegate tra loro, soprattutto se entrambe hanno un grado di complessità elevato. Ad esempio, ragionare simultaneamente su due problemi differenti, comprendere dettagliatamente due diversi discorsi nello stesso momento, scrivere contemporaneamente due testi diversi, ecc. è impossibile. Possiamo solo fare dei tentativi di multitasking cognitivo, spostando velocemente l’attenzione da un’attività all’altra. Ad esempio, se ascoltiamo simultaneamente il dialogo di un film e quello che ci viene detto da una persona, possiamo solo spostare l’attenzione da un discorso all’altro, nel tentativo di cogliere il più possibile.
Solitamente il passaggio da un compito all’altro avviene al massimo in un decimo di secondo e, di conseguenza, non viene percepito in modo consapevole come un problema. Nel breve termine, il nostro cervello è molto veloce ed efficiente.
L’illusione del multitasking cognitivo, quindi, nasce dal fatto che nella maggior parte dei casi usiamo funzioni corporee che non si sovrappongono. Per questo, gli effetti del multitasking cognitivo potrebbero esser considerati incredibili e infondati.
Quali sono gli incredibili effetti del multitasking cognitivo?
Il tentativo di fare le cose in multitasking a livello cognitivo, di fatto, produce un elevato affaticamento ed alimenta lo stress negativo. Alla lunga, tale affaticamento favorisce condizioni di apatia, demotivazione, sfinimento e malessere cronico.
Innanzitutto, man mano che ci si affattica, il tempo di passaggio da un compito all’altro aumenta. Spesso, il sovraccarico cognitivo blocca il pensiero o lo rallenta notevolmente.
Il tentativo di multitasking cognitivo, inoltre, peggiora la qualità delle proprie prestazioni, rispetto a quanto si potrebbe fare se ci si concentrasse su un solo compito alla volta. L’affaticamento fa perdere il filo del discorso, o dettagli importanti, rendendo più probabili errori. Ciò, alla lunga, fa si che ci si percepisca in modo più negativo come persone. Nei casi più gravi si prova un forte senso di compromissione. Ci si sente incapaci, fino a non riconoscersi più rispetto a com’eravamo un tempo.
Infine, il multitasking cognitivo compromette le relazioni significative. Le relazioni umane, per funzionare bene, si nutrono di attenzione profonda. Tuttavia, se ci si sovraccarica con il multitasking cognitivo è molto probabile che ci si ritrovi ad essere affettivamente assenti e distanti dalle altre persone, perché l’affaticamento si fa sentire. Nelle situazioni più dure, quando oltre al multitasking cognitivo si devono gestire situazioni emotivamente dolorose, impegnative o ansiogene, è molto probabile che ci si ritrovi ad esplodere di rabbia o inveire senza un reale motivo. Quando ciò accade nei confronti di legami importanti, si rischia di comprometterli.
Cosa si può fare per prevenire il malessere che si produce a causa dei tentativi di multitasking cognitivo?
Innanzitutto, riconoscere quanto detto finora è già un primo modo per migliorare la propria salute mentale. Soprattutto le donne, sono spinte dalla società al multitasking, spesso per supportare mariti, compagni, genitori anziani, figli e figlie. Nella pandemia, questa tendenza si è trasformata addirittura in un’emergenza per la salute mentale delle donne. Quindi, un buon inizio richiede di rendersi conto di quando stiamo facendo tentativi di multitasking cognitivo e provare a fermarci.
Per migliorare la nostra efficienza, se abbiamo bisogno di farlo, non c’è bisogno di provare a fare più cose insieme. Come esseri umani, infatti, tendiamo ad essere più efficienti quando svolgiamo un unico compito, creando un inizio e una fine consapevole per ogni compito.
Se si ha la tendenza a fare tentativi di multitasking cognitivo, quindi, in genere puoi migliorare la qualità della tua vita con un lavoro sulla regolazione cosciente dell’attenzione, del tempo, delle aspettative e delle relazioni.
- Per quanto riguarda la regolazione cosciente dell’attenzione, è necessario resistere alla tentazione di passare da un compito all’altro. Per fare questo è fondamentale aver chiaro su cosa investire la propria attenzione (ad esempio, leggere, ascoltare, dialogare, considerare un problema, ecc.). Se un pensiero attira la tua attenzione e tenta di distrarti o di portarti a fare altro, scrivilo. Se si tratta di qualcosa di importante, te ne occuperai in un momento successivo. In questo modo potrai dargli l’attenzione che merita. All’inizio può essere difficile mantenere la concentrazione su un aspetto specifico . Tuttavia, con un po’ di pratica le cose tendono a migliorare.
- Rispetto alla regolazione cosciente del tempo è utile stabilire quanto deve durare un compito. In questo modo, ci si può dare un tempo di lavoro (o se si preferisce una scadenza). Assegnare un tempo ad un’attività specifica ti aiuterà a mantenere la concentrazione sull’attività, prima di passare a un’altra. Il tempo va regolato in base alla complessità del compito e alle capacità di attenzione. Se un compito è molto complesso, puoi dedicargli più momenti separati ma ben sfruttati, nei quali riuscirai ad avere una buona attenzione.
- Per la regolazione cosciente delle aspettative, prima di fare qualcosa, formula nella tua mente un’aspettativa ragionevole di ciò che vuoi fare. Fissa un obiettivo. Spesso si hanno fantasie incredibili su ciò che si riuscirà a fare. In modo altrettanto incredibile, tuttavia, ci si ritrova a frustrarsi nel momento in cui non si riesce a fare nemmeno un decimo di ciò che si desiderava. Per non cedere alla tentazione del tentativo di multitasking, invece, bisogna puntare a fare il possibile, non l’impossibile. Fare ciò che è possibile va bene!
- Infine, per la regolazione cosciente delle relazioni, è fondamentale ricordarsi dell’importanza di collaborare con le altre persone. Questo ti richiede di non accettare carichi di lavoro o compiti insostenibili. Quasi tutte le questioni di vita possono essere gestite insieme alle persone, collaborando sia in famiglia che al lavoro. Se necessario, per il proprio benessere, inizialmente si possono invitare le persone a collaborare, senza aspettarsi che prendano spontaneamente l’iniziativa. Nel fare questo, tuttavia, è utile richiedere autonomia di pensiero e di azione per il futuro. In alternativa, soprattutto se non si può contare su nessuno, è importante trovare il modo per creare nuove alleanze.
Per quanto abbiamo visto, anche sinteticamente, il multitasking cognitivo può essere un meccanismo di risposta istintiva alla frenesia delle nostre vite. Nel breve periodo e quando si è giovani è siostenibile. Ma, alla lunga, produce effetti che ci si ritorcono contro.
Invece di arrivare a sentirci persone svuotate e improduttive, meglio operare per distanziarci da questa malsana tendenza, per sperimentare un maggior senso di realizzazione, efficienza ed energia.